La si nota poco da spettatori, come è giusto che sia: una figuretta nera e sottile all’entrata della pista, che interagisce con gli artisti e i loro cavalli ma non cerca l’attenzione delle luci di scena: è Serena Veri, Direttore di Campo del Gala d’Oro di Fieracavalli.
Romana, nata il 27 gennaio quindi nel segno dell’Acquario: a dar retta alle stelle, l’empatia e la voglia di aiutare gli altri sono un suo punto di forza.
Da anni un volto conosciuto nel mondo dello spettacolo equestre italiano, Serena Veri con Rudi Bellini è docente all’Accademia del Gala d’Oro, insieme tengono il corso pratico sul Backstage equestre a Travagliatocavalli e Fieracavalli Verona.
La chiamano ‘il Generale‘, nell’ambiente: e in effetti è puntuale, precisa e chirurgica anche mentre ci racconta il suo lavoro. Ma quello che ci ha colpiti di più è che di lei ci hanno parlato – e molto bene, con gratitudine – diversi degli artisti che hanno partecipato al gala quest’anno.
Per questo abbiamo voluto dedicarle una intervista.
Serena Veri, qual è il suo ruolo all’interno del Gala d’Oro?
“Da due anni sono Direttore di Campo. È un compito diverso da quello dei miei omologhi del Jumping: qui devo garantire il benessere dei cavalli e la sicurezza degli artisti. A volte capita di dover fermare un binomio poco prima dell’ingresso se il cavallo marca o è troppo agitato, o se l’artista non è in condizione di esibirsi. È una responsabilità grande: perché non entra in gioco soltanto il lato tecnico ma anche quello umano. Fortunatamente conosco quasi tutti gli artisti con cui lavoro negli spettacoli. Ma occorre sempre porsi nel modo più giusto: perché comunque è un artista che sta per entrare in scena, e tu lo blocchi dicendogli che non può farlo… ovviamente si possono creare anche delle situazioni spiacevoli. Bisogna sempre usare l’atteggiamento giusto, porsi nella maniera corretta ed essere sicuri che dall’altra parte venga compresa quale è la problematica reale: magari un cavallo troppo nervoso che rischierebbe poi di innervosire altri cavalli, quindi di rovinare non solo il suo, ma anche il lavoro di altre persone”.
Non è semplice farlo nel backstage, dove la tensione è altissima. Come si pone in quei momenti?
“Con educazione e calma. Il backstage non è un luogo tranquillo, ma è fondamentale spiegare con chiarezza la motivazione. Conoscere gli artisti aiuta, ma bisogna rendere la “pillola” il più possibile digeribile e far capire che ogni decisione serve a proteggere tutti”.
Gli artisti la conoscono e la rispettano. Ha anche un soprannome…
“Sì, mi chiamano “il Generale”! Sono amica di tutti, ma nel backstage mi trasformo. Essere donna in un ambiente molto maschile significa dover dimostrare sempre qualcosa in più. La credibilità l’ho costruita con la gavetta: anni di lavoro, anche non riconosciuto, e tante esperienze che mi hanno formata”.

Clemence Faivre, Mario Luraschi, Serena Veri e Santi Serra Camps al gala d’Oro di un paio d’anni fa
Perché il backstage: è sempre stato questo il suo sogno?
“Ho iniziato come tutti, andando a cavallo, ma ho capito presto che mi interessava ciò che c’è dietro la scena. Amo gli spettacoli equestri, ma non come protagonista. Mi affascina la regia, l’organizzazione, il rapporto umano con cavalli e persone. Sono un po’ psicologa: ricordo di respirare, di sorridere… mi piace tranquillizzare chi sta per entrare. Per me la soddisfazione più grande è quando mi dicono ‘Meno male che ci sei tu’. E’ quello che mi ripaga di tutto.”.
Il dietro le quinte ha un fascino particolare.
“È magia pura. Vedi la trasformazione degli artisti: entrano nervosi, escono felici. All’estero, soprattutto in Francia, ho visto livelli altissimi. Vado appena posso per imparare: c’è sempre qualcosa da rubare con gli occhi”.
C’è qualcuno a cui deve in particolare la sua formazione?
“Tutto quello che so lo devo a Riccardo Di Giovanni. Ho iniziato con lui nel 2009, avevo 19 anni. Ho imparato da lui la cultura del backstage equestre ed è stato il mio riferimento in ogni grande produzione”.
Come ha vissuto la chiamata per diventare Direttrice di Campo del Gala d’Oro?
“Non ci credevo. Dopo il colloquio Antonio Giarola mi disse: ‘Considerati scritturata’. Ho pianto di gioia per due giorni. Per me è il massimo riconoscimento: Antonio e Linda Tavellin, regista del Gala, hanno riposto in me una grande fiducia e spero di averla meritata”.
C’è ancora un sogno nel cassetto?
“Sì, e mi piacerebbe fare esperienza all’estero in questo ruolo. Ma sono molto scaramantica… quindi per ora resta lì, ben chiuso”.
Quando uscirà da quel cassetto ce lo racconterà?
“Quando sarà il momento, sì”.
Noi aspettiamo con fiducia: e da un Generale così, ci aspettiamo sogni come si deve.

Serena Veri nel backstage del Gala d’Oro Bellezza, alla 127° Fieracavalli Verona
























